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Tra Intelligenza Artificiale e Gaming, l’arte diventa digitale
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Tra Intelligenza Artificiale e Gaming, l’arte diventa digitale

Il 2023 si conferma un anno dedicato al digitale e all’innovazione, anche per quanto riguarda il campo artistico. È di qualche giorno fa, infatti, il lancio del VDA Award, la prima edizione del premio istituito dalla Var Digital Art, un’esperienza tutta italiana che guarda alle nuove tendenze dell’arte digitale.

Diverse visioni poetiche, stilistiche e filosofiche, portate in gara da 12 artisti diversi, tra cui anche Federica Di Pietrantonio, giovane artista che studia e sperimenta le relazioni e i processi nati attraverso social, videogiochi e realtà virtuali, come nel suo ultimo lavoro “Farming”, presentato alla mostra “RE: HUMANISM”: “La storia è presentata sotto forma di documentario, mentre l’apparato visivo è finzionale e interamente registrato nel videogioco di simulazione “Farming Simulator 22”, con l’integrazione di mod. Ho cercato online le fonti per lo script, esaminando diverse tipologie di materiale. Mi interessano molto i videogiochi di simulazione o di esplorazione del paesaggio. Il primo videogioco con il quale ho lavorato è stato “The Sims””.

La relazione tra arte e gaming negli ultimi anni è sempre più forte e viene sperimentata in maniere diverse. Innanzitutto, come fonte di ispirazione per prodotti e ambientazioni, come nel caso del gambling. Tra le slot online più cercate dagli utenti nel 2023 ci sono quelle che si ispirano alle atmosfere e ambientazioni dell’antico Egitto, come ad  esempio Book of Ra 6 Deluxe. La grafica, le animazioni e i simboli del gioco sono ispirati all’arte e ai reperti dell’antico Egitto. I dettagli come i geroglifici, gli scarabei, le statue e i sarcofagi sono elementi artistici tratti direttamente dalla storia e dalla cultura egiziana.

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I Game Engines, ovvero i diversi software che rappresentano i motori grafici dei diversi videogiochi, vengono utilizzati oggi come base per la creazione di esperienze audiovisive, sonore e interattive. È il caso di Alexandra Daisy Ginsberg, che sfrutta proprio l’applicativo Unity per realizzare un’installazione video incentrata su una simulazione del suolo di Marte, completamente privo di tracce umane. “Voglio che il lavoro inviti i visitatori (umani) a guardare il mondo da altre prospettive, come un modo per decentrarci”, ha spiegato in questa intervista. O ancora le performance di Auriea Harvey, che ricrea sculture attraverso codici binari, giocando sul bivio tra analogico e digitale. “La storia della scultura è la storia della tecnologia”, dice. È forse anche la storia dell’arte è una storia che guarda al modo in cui l’uomo ha sperimentato tecniche, procedimenti, meccanismi e conoscenze per la soluzione di problemi pratici. Una tecnologia che da sempre è in grado di creare anche arte.

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